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Sospensione delle attività culturali

COMUNICATO STAMPA

Torino, 1 luglio 2024

L’Associazione Piemonte Movie sospende tutte le sue attività culturali, a causa del mancato rispetto dei tempi di assegnazione ed erogazione dei contributi pubblici.

PREMESSA

Senza contributi si chiude

L’Associazione Piemonte Movie sospende tutte le sue attività culturali a partire dal 30 giugno fino al 20 settembre 2024. Nelle settimane precedenti aveva già deciso di mantenere attive solo le iniziative estive consolidate, non progettando nuove attività. Nel direttivo del 25 giugno ha deliberato infine anche l’annullamento delle altre date programmate. La decisione è dovuta alle mancate garanzie sui tempi di assegnazione e liquidazione dei contributi da parte di Regione Piemonte, Ministero della Cultura e Comuni. 

L’Associazione Piemonte Movie non è più disponibile a fare debiti per il mancato versamento dei contributi da parte degli enti pubblici. Se entro il 20 settembre non ci saranno garanzie sull’erogazione di quanto dovuto, Piemonte Movie si riserva la possibilità di rinviare a data da destinarsi l’intera programmazione annuale, compresa la sua manifestazione principale: il Glocal Film Festival. Se questo accadrà, si prenderà in considerazione la possibilità di agire per via legale nei confronti degli enti inadempienti.

Non siamo le banche degli enti pubblici

Dal 2011 gli enti pubblici non sono più affidabili e credibili sui tempi di assegnazione ed erogazione delle risorse. Un ritardo ormai cronicizzato, andato ad allargarsi di anno in anno, che ha portato le realtà culturali e del welfare a ricevere i contributi assegnati anche due anni dopo lo svolgimento delle attività. Questo ha avuto come conseguenza il costante indebitamento dei beneficiari dei contributi, che nel frattempo hanno dovuto comunque saldare stipendi e parcelle a dipendenti e fornitori per le prestazioni svolte nell’organizzazione di eventi. In buona sostanza le realtà culturali e del welfare in questi ultimi anni hanno fatto da banche agli enti pubblici, anticipando risorse proprie – per lo più con il ricorso a prestiti bancari – a garanzia della propria credibilità e affidabilità nei confronti di terzi. Tutto questo mentre per legge gli enti pubblici saldano le fatture, a fronte dell’affidamento d’incarichi, entro 90 giorni: questa è una chiara disparità di trattamento nei confronti di tipologie diverse d’imprese. Siamo di fronte ad un palese esempio di ormai consolidata maleducazione civica degli enti pubblici.

I PRINCIPALI CASI DI MALEDUCAZIONE CIVICA DEGLI ENTI PUBBLICI

L’Associazione Piemonte Movie rende pubblica la propria situazione attuale senza timori di sorta. Perché ha la consapevolezza di rappresentare, non solo le proprie istanze particolari, ma di essere avanguardia di molte altre realtà culturali del Piemonte che già vivono o si apprestano a vivere le nostre medesime situazioni. Allo stesso tempo il nostro caso s’inserisce in una tendenza globale di “assalto alle attività pubbliche” da parte del sistema economico-finanziario privato. Una consapevolezza che nasce anche dalla lunga militanza nel Comitato Emergenza Cultura del Piemonte e dallo studio e confronto costante su queste tematiche. Non abbiamo quindi nessuna remora o reticenza nel “mettere in piazza” la nostra attuale condizione di crisi. Siamo certi che, nei nostri ormai 25 anni di storia, abbiamo agito con attenzione e scrupolo nell’organizzazione del nostro lavoro culturale, mettendo sempre al centro la professionalità e la coscienza civica di dover rispondere alla comunità per i soldi pubblici investiti nelle nostre attività.

Per questo motivo possiamo permetterci di evidenziare con forza quelle che riteniamo, non solo delle azioni tecnicamente scorrette, ma anche eticamente e moralmente dannose per il bene comune. Per questo riteniamo che sia necessario riportare gli enti pubblici a svolgere con scrupolo e attenzione il proprio ruolo, sottraendosi e arginando le spinte neoliberiste che stanno assaltando anche la cultura e il welfare, per farne una delle tante appendici del consumo di massa di beni materiali e immateriali. Di seguito una serie di “casi studio” che riteniamo evidenzino le nostre tesi.

Regione Piemonte

E’ forse il caso più evidente del cortocircuito sulle risorse pubbliche, ma non il solo. I fatti che andiamo ad esporre sono relativi alle attività dell’Associazione Piemonte Movie, ma sono rappresentativi di buona parte delle realtà culturali e del welfare, in quanto i bandi, i regolamenti e la gestione tecnica per l’accesso ai contributi pubblici sono pressoché identici per tutti.

Glocal Film Festival

Attualmente l’Associazione è ancora in attesa di ricevere il saldo del Glocal Film Festival organizzato nel marzo del 2023, per il quale la determina regionale di assegnazione dei fondi ci è stata inviata a dicembre 2023, quindi successiva alla realizzazione dell’evento. Nel frattempo è ovvio che buona parte dei fornitori che hanno lavorato al festival siano già stati saldati, pena la perdita di fiducia dei fornitori nella nostra realtà o peggio ancora un’azione giudiziaria nei nostri confronti. Aggiungiamo che l’anticipo dei contributi per lo stesso festival è arrivato sul nostro conto nel mese di aprile 2024, ad oltre un anno dalla realizzazione dell’evento. Intanto la Regione ci ha imposto tassativamente di consegnare il rendiconto economico entro il marzo 2024, con deroga per la consegna delle quietanze di pagamento dell’intero contributo al luglio 2024. Quindi, ad oggi, abbiamo anticipato anche i pagamenti relativi al saldo del contributo non ancora erogato per le attività 2023.

A marzo 2024 è stata poi realizzata la nuova edizione del Glocal Film Festival, per la quale ci è già stato annunciato che la delibera di assegnazione dei fondi potrebbe essere inviata a luglio, ma con nessuna previsione per l’erogazione del contributo. Così, al momento, l’Associazione Piemonte Movie è in attesa del saldo delle attività 2023 e dell’anticipo 2024, ma ha già dovuto saldare tutti i fornitori delle due edizioni anticipando i soldi dovuti dalla Regione.

I ritardi nell’assegnazione ed erogazione dei fondi regionali, con gli atti di assegnazione dei contributi dati a garanzia per i fidi bancari, bloccano inoltre le nuove richieste di prestiti in banca. Gli algoritmi finanziarti degli istituti di credito non consentono anticipi infiniti per un “cattivo pagatore” come la Regione. Situazione, questa, che inchioda qualsiasi possibilità di avere della liquidità per saldare i fornitori e gli stipendi dei dipendenti.

Bando per la valorizzazione delle sale cinematografiche

L’Associazione Piemonte Movie si è aggiudicata tramite bando, con Aiace e Agis, un contributo per la valorizzazione delle sale cinematografiche. Ad oggi non è ancora stato erogato il saldo per i progetti conclusi a giugno 2023. Tra gennaio e febbraio abbiamo però dovuto consegnare tassativamente il rendiconto con allegati i giustificativi di spesa e le quietanze di pagamento dell’intero contributo. Anche in questo caso sono stati anticipati di tasca propria tutti i pagamenti. 

Ministero della Cultura

Bando piano nazionale Cinema e Immagini per la Scuola (Cips)

I bandi Cips hanno funzionato benissimo fino al 2023. Li abbiamo spesso citati ad esempio agli altri enti pubblici, per la qualità del percorso di assegnazione ed erogazione dei contributi: comunicazione rapida sull’assegnazione dei fondi; possibilità di rimodulare il progetto e il budget economico in base al contributo ricevuto; anticipo erogato prima dell’inizio delle attività; saldo erogato poco dopo la consegna del rendiconto.

Il nuovo bando è invece un disastro ed ha creato dei debiti fuori bilancio a molte realtà culturali. Il Ministero ha ritardato l’emanazione dei bandi facendoli, di fatto, diventare biennali e, a oggi, non ha ancora comunicato gli esiti. Il bando prevede che i progetti presentati siano svolti tra il gennaio e il dicembre 2024: quindi su due anni scolastici, invece che su uno solo come in passato. Lo stesso bando prevede però anche che le attività non possano essere avviate prima di aver ricevuto la comunicazione di assegnazione dei fondi. Questa contraddizione burocratica comporta che tutte le attività svolte tra gennaio e giugno del 2024 non potranno avere la copertura economica. Per molte realtà, compresa l’Associazione Piemonte Movie, questo porterà a un debito fuori bilancio. Perché, se è vero che si è preso un rischio d’impresa nel procedere senza lettera d’assegnazione e altrettanto vero che il sospendere le attività avrebbe messo a rischio la tenuta futura di progetti avviati da anni con gli Istituti Scolastici. Assumendoci il rischio d’impresa abbiamo solo supplito ai ritardi ministeriali. 

Contributo per il cinema d’essai

L’Associazione Piemonte Movie gestisce dal 2019 una sala cinematografica a Villar Perosa. Il Cinema delle Valli è una realtà commerciale, con 4 dipendenti, che realizza una programmazione culturale. Questo ha permesso di poter partecipare negli anni ai bandi per i contributi ministeriali riservati al cinema d’essai. I bandi per i contributi relativi all’anno 2023 sono stati aperti solo nei giorni scorsi. In passato erano pubblicati tra gennaio e febbraio di ogni anno. Il rischio è di veder erogati questi fondi non prima del dicembre 2024.

Comuni

L’infezione delle tardate assegnazioni ed erogazioni ha contagiato negli anni anche i comuni, piccoli o grandi che siano. Come ultima ruota del carro dell’apparato pubblico, anche loro si trovano ad avere a che fare con le tardate erogazioni degli altri enti (Regione e Ministeri). Di conseguenza, tra assestamenti di bilancio e penuria di risorse, può succedere di presentare dei progetti e ricevere dalle amministrazioni richieste di assegnazioni sulla fiducia – con delibere e determine che arrivano anche dopo lo svolgimento delle attività – con il rischio di mancate assegnazioni o di erogazioni in ritardo di mesi. 

Caso a parte la Città di Torino, che ormai affetta da darwinismo sociale, sta falcidiano le piccole e medie realtà culturali a vantaggio delle grandi imprese che compongono l’industria cittadina della cultura e dell’intrattenimento. La gestione degli ultimi bandi meriterebbe un ampio approfondimento per le modalità di assegnazione dei fondi, questione che porteremo all’attenzione del Comitato Emergenza Cultura Piemonte.

L’Associazione Piemonte Movie ha invece consapevolmente rinunciato a partecipare agli ultimi bandi municipali, indispettita dalla precedente esperienza dei bandi React 2022/23. Nel caso in questione il Comune di Torino ha pensato bene di seguire la strada tracciata dalla Regione: quindi, nessun anticipo (previsto nel contratto di assegnazione dei fondi europei) e saldo tre mesi dopo la consegna dei consuntivi (tempi non biblici solo perché l’Europa detta il crono-programma sulla consegna dei rendiconti nazionali). Anche in questo caso le associazioni hanno dovuto anticipare tutti i pagamenti ai fornitori. Cosa sia successo in quel caso e cosa potrebbe succedere in futuro resta un mistero dal quale ci teniamo alla larga: ritardi nei versamenti dall’Unione Europea o utilizzo degli anticipi di Bruxelles per coprire i buchi in altri capitoli di spesa municipale? 

LE SOLUZIONI TECNICHE POSSIBILI

Sappiamo per esperienza che non sarà facile ottenere dei risultati nel breve periodo. Ma sappiamo altrettanto bene che alcuni piccoli passi possono essere fatti, in attesa che il sistema di gestione dei contributi sia rivoluzionato a salvaguardia del comporto culturale e delle sue ricadute sul welfare locale.

Il rapporto con gli uffici pubblici

Gli apparati burocratici degli enti sono parte del problema. Mancanza di personale, carenza di formazione, organizzazione interna farraginosa, scarsa flessibilità normativa sono solo alcune delle questioni che le realtà culturali e del welfare incontrano nel rapporto con gli uffici pubblici lungo il percorso per ottenere i contributi. Lo strumento dei tavoli della cultura regionali – convocati dopo la manifestazione dello scorso 6 dicembre indetta dal Comitato Emergenza Cultura del Piemonte – sono un bel passo avanti nel confronto con gli apparati burocratici, per una maggiore comprensione reciproca. Ma non basta ancora. Perché per rimuovere gli ostacoli più grandi servono soprattutto decisioni politiche.

 A fronte di palesi e colpevoli ritardi nell’erogazione dei contributi da parte degli enti, si contrappongono spesso regolamenti gestiti in maniera ferrea e intransigente dagli uffici tecnici. Siamo di fronte ad apparati burocratici che pretendono il rigore normativo ma non applicano lo stesso metro di valutazione su se stessi. Partendo dal dato oggettivo che gli enti pubblici sono colpevoli dei ritardi, ci aspettiamo da parte loro almeno una maggiore capacità di comprensione e di flessibilità nell’applicazione dei regolamenti. 

Ecco un breve elenco di alcuni passaggi tecnici che agevolerebbero questo rapporto:

  • Deroga sui tempi di consegna delle quietanze di pagamento.

Occorre adeguare i tempi di consegna delle quietanze di pagamento per le attività svolte a quelli delle erogazioni dei contributi. In altri termini: poter consegnare le quietanze di pagamento agli uffici regionali solo dopo l’erogazione dei contributi, sia per gli anticipi che per i saldi.

  • Gestione flessibile dell’inserimento dei Cup.

Dal momento che l’inserimento del Cup sui documenti contabili é derogabile per gli enti pubblici, anche di un anno in assenza della lettera di assegnazione dei contributi, si propone che la stessa flessibilità venga adottata in caso di documenti che non riportino il Cup già assegnato, facendo valere una semplice autodichiarazione a giustificazione dell’errore formale.

  • Riduzione dei termini temporali per i controlli di secondo livello.

Attualmente il controllo di secondo livello può essere fatto su attività svolte anche dieci anni prima. Si chiede il dimezzamento a 5 anni, per facilitare la gestione del materiale contabile.

  • Unificare le richieste di integrazioni di documenti.

Spesso le richieste d’integrazione sui documenti di rendiconto delle iniziative vengono scaglionate su periodi anche di 8 mesi. Si chiede che venga definito con chiarezza il termine per la richiesta d’integrazioni e che questo contenga tutte le integrazioni necessaria a validare l’iter di erogazione del contributo.

  • Unificare le date di versamento dei contributi.

Attualmente, per la carenza di fondi, le ragionerie versano anticipi e saldi dei contributi privilegiando un settore piuttosto che un altro, anche con differenze di molti mesi nelle erogazioni. Questo meccanismo non è corretto. Meglio valutare di versare anticipi percentualmente identici a tutte le realtà assegnatarie dei bandi o in alternativa attendere tutti allo stesso modo.

Il rapporto con la politica

Oltre ai Tavoli della cultura tecnici, con funzionari e dirigenti, serve un Tavolo permanente per il confronto politico con gli enti pubblici, che non si limiti alla sola presenza di sindaci, presidenti e assessori ma che coinvolga anche le commissioni cultura, con i relativi rappresentati delle diverse assemblee consigliari. 

Senza questo strumento qualsiasi riforma del sistema culturale e del welfare è impensabile.

Tralasciamo la pleonastica necessità di destinare le necessarie risorse, che oggi mancano, sui capitoli di spesa e passiamo subito ad alcune proposte pratiche:

  • Intermediazione con le Fondazioni bancarie e gli Istituti di credito per prestiti a garanzia pubblica.

Invitiamo gli enti pubblici a stringere degli accordi/convenzioni con le Fondazioni bancarie, Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt su tutte, affinché intervengono sui cda delle banche di riferimento (Intesa Sanpaolo e Unicredit) per erogare alle realtà culturali e del welfare prestiti garantiti dagli stessi enti pubblici. Un percorso simile è già stato fatto durante la crisi Covid, con le banche private che hanno erogato per le imprese mutui a interessi zero garantiti dallo Stato. E’ quindi una strada percorribile se c’è la volontà politica di realizzare questi accordi.

Nello specifico, per quanto riguarda la Regione Piemonte, la invitiamo a riprendere in esame l’intermediazione della finanziaria FinPiemonte (controllata dalla Regione), così come accade normalmente per le richieste delle imprese degli altri settori e come è già accaduto in passato anche per il comparto cultura.

  • Cronoprogramma definito delle tempistiche di assegnazione ed erogazione dei contributi.

Auspichiamo l’inserimento nelle delibere di assegnazione dei contributi delle tempistiche certe di pagamento, eliminando l’escamotage burocratico del “salvo disponibilità di cassa”. Un passaggio a garanzia degli enti erogatori ma non per gli assegnatari, che si vedono così bloccare anche la possibilità di inoltrare eventuali ricorsi.

Suggeriamo la seguente tempistica, che riprende grossomodo quella in uso fino al 2011: 

Bandi annuali con pubblicazione entro il mese di marzo.

Erogazione dell’anticipo del contributo entro il mese di giugno.

Rendiconto degli eventi con quietanze di pagamentodell’anticipo da consegnare all’ente entro dicembre.

Erogazione del saldo del contributo a marzo dell’anno successivo all’assegnazione,

Invio agli enti delle quietanze relative al pagamento del saldo entro il mese di aprile.

I VALORI DI UN’IMPRESA CULTURALE

Cosa differenzia un’imprese culturale da una normale azienda privata? La ricerca del profitto. Questo non significa che una sia meglio dell’altra, ma semplicemente che sono due mondi contigui ma differenti. Pur lavorando entrambe per contribuire allo sviluppo della società, la prima ha l’obiettivo e il dovere di mettere al primo posto, non il profitto, ma il bene comune e l’utilità sociale. Da qui il regime speciale dell’erogazione dei contributi sotto il controllo pubblico previsto dalla legislazione: le imprese culturali e sociali non forniscono solo servizi ma coadiuvano stato, regioni e comuni nello svolgere la loro funzione di servizio pubblico per i cittadini.

Occorre tenere bene a mente queste caratteristiche, perché da esse derivano tutta una serie di narrazioni errate che distorcono valori, diritti e doveri di questo speciale regime per le imprese del welfare.

Un lavoro sociale

Cultura e spettacolo sono attività sovrapponibili? Sicuramente sono apparentabili ma differenti, così come industria culturale e industria dell’intrattenimento non coincidono con le imprese culturali e sociali. Fare cultura non significa necessariamente fare spettacolo, e viceversa. Un esempio pratico: realizzare un concerto di una grande star ha lo stesso valore del creare una scuola di musica in un quartiere disagiato? Eppure entrambi partono da un valore culturale comune: la musica. Nel primo caso, però, la creatività della grande star viene trasformata in merce e genera un profitto, nel secondo la creatività degli insegnanti produce un lavoro didattico e sociale. 

L’industria culturale dell’intrattenimento e dello spettacolo può muoversi in autonomia, senza la necessità di un confronto – se non di apparato tecnico – con gli enti pubblici. L’impresa culturale e sociale invece è indispensabile che pianifichi la sua attività con i decisori pubblici. Non essendo il suo fine ultimo il profitto ma il servizio alla cittadinanza, non vuol dire, però, che non produca lavoro e occupazione. Associazioni, cooperative, imprese culturali e del welfare, etc. danno lavoro e offrono servizi per il bene comune.

La distorsione economica e la disarticolazione sociale degli ultimi anni ha invece creato una pessima percezione di queste realtà, spesso vissute come superflue, se non come parassitarie e basate su una forza lavoro composta da volontari. Da qui lo sviluppo di due percorsi pericolosi per il mondo culturale: la riduzione delle risorse pubbliche e il dirottamente di queste stesse risorse verso l’industria culturale e dell’intrattenimento, che agiscono però con le logiche dell’imprenditoria privata e non con la finalità pubblica. 

Il caso Associazione Piemonte Movie

Non potendo disporre al momento di dati scientifici ma solo empirici – basati sul confronto costante su queste tematiche all’interno del Comitato Emergenza Cultura del Piemonte –  portiamo come “caso di studio” il percorso della sola nostra realtà. Un esempio che riteniamo metta comunque in luce cos’è, com’è strutturata e come lavora un’impresa culturale medio-piccola.

Denominazione: Associazione culturale non a fine di lucro

Dipendenti: 1 persona con contratto part-time; 4 persone con contratto a chiamata

Collaboratori esterni: 22 su media annuale

Bilancio consuntivo 2023: 179.410,93 Euro (Utile di 1481,44 Euro)

Bilancio di previsione 2024: 239.827,00 Euro

Attività commerciali: gestione del Cinema delle Valli a Villar Perosa (To)

Principali attività culturali a finalità sociale: 

  1. PROMOZIONE 
Glocal Film Festival

Dal 2000 vetrina annuale del cinema realizzato in Piemonte: concorso cortometraggi Spazio Piemonte, concorso documentari Panoramica Doc,retrospettive, omaggi, workshop e attività varie collegate. 

  1. DISTRIBUZIONE CULTURALE
Glocal Film Days

Il settore delle attività distributive collegate alla promozione e alla diffusione del cinema realizzato in Piemonte è il cuore storico e identificativo dell’associazione, il fine ultimo della sua missione sociale. Comprende attualmente 2 consolidati contenitori di iniziative: 

  1. Presìdi. Iniziative singole o programmi multipli di proiezioni di attività collegate alla promozione e distribuzione del cinema regionale nei 42 Presìdi cinematografici locali, diffusi sul Piemonte e creati a partire dal 2010.
  2. Movie Tellers. Dal 2017 manifestazione itinerante sul territorio regionale di promozione e distribuzione delle migliori opere cinematografiche (cortometraggi, documentari, lungometraggi) annualmente prodotte in Piemonte e presentate dagli addetti ai lavori.
  1. PRODUZIONE
Glocal Film Factory

E’ il settore delle produzioni cinematografiche, finalizzate alla promozione e valorizzazione del cinema di base del territorio regionale. Si sviluppa principalmente attraverso due progetti:

  1. Piemonte Factory. Dal 2021 erede e sviluppo del progetto Torino Factory (edizioni 2018 e 2019). L’iniziativa consiste nella realizzazione di 8 cortometraggi a cura di under 30, ambientati nelle 8 province piemontesi. Il progetto è collegato al settore Industry della Film Commission e inserito nel sistema cinema regionale con una sua vetrina produttiva al Torino Film Festival. 
  2. Offmel (Officina della Memoria Locale). Form produttivo laboratoriale collegato al recupero della memoria locale dei territori piemontesi. 
  1. RICERCA
Encip – Enciclopedia del cinema in Piemonte 

Portale digitale  earchivio per tutto il cinema realizzato in Piemonte o a esso collegato. Vede la collaborazione delle principali realtà regionali del settore: Film Commission Torino Piemonte, Museo Nazionale del Cinema, festival, etc. Ha anche un ruolo di promozione culturale con iniziative editoriali (collana Movie Tellers) ed eventi.

Associazione Piemonte Movie            

Il Presidente Alessandro Gaido

      www.piemontemovie.com

      www.glocalfilmfestival.it

      www.cinemadellevalli.it

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